Scrivere in modo semplice (Plain Language) per farsi capire da chi ci leggerà.
E’ importante sempre, e lo è in particolare per le specifiche dei requisiti e di analisi dei sistemi informatici, condivise e lette da persone con ruoli diversi:
- committenti, utenti e altre parti interessate (stakeholder)
- progettisti e sviluppatori software
- tester (verificatori del corretto funzionamento del sistema)
- redattori di manuali operativi
Scriverle in modo chiaro e leggibile è fondamentale.
Come fare? Prima di tutto evitando di commettere gli errori descritti con ironia da Umberto Eco in “La Bustina di Minerva” (Bompiani 2000).
Eco: come (non) scrivere bene
“Ho trovato in internet una serie di istruzioni su come scrivere bene. Le faccio mie, con qualche variazione, perché penso che possano essere utili a molti, specie a coloro che frequentano le scuole di scrittura”.
- Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
- Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
- Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
- Esprimiti siccome ti nutri.
- Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
- Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
- Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
- Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
- Non generalizzare mai.
- Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
- Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
- I paragoni sono come le frasi fatte.
- Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
- Solo gli stronzi usano parole volgari.
- Sii sempre più o meno specifico.
- L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
- Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
- Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
- Metti, le virgole, al posto giusto.
- Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
- Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
- Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
- C’è davvero bisogno di domande retoriche?
- Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
- Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
- Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
- Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
- Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
- Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
- Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
- All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
- Cura puntiliosamente l’ortograffia.
- Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
- Non andare troppo sovente a capo.
Almeno, non quando non serve.- Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
- Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
- Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
- Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
- Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
- Una frase compiuta deve avere.
Plain Language (Linguaggio semplice)
Farsi capire è importante, come sanno e richiedono anche le organizzazioni burocratiche:
- Negli USA, il Plain Writing Act del 2010 obbliga tutti gli enti federali a usare un linguaggio semplice per ogni atto o comunicazione – www.plainlanguage.gov/
- La Commissione Europea (2012): – ec.europa.eu/ipg/content/tips/sources/index_en.htm
- La PA italiana (2013): qualitapa.gov.it/relazioni-con-i-cittadini/utilizzare-gli-strumenti/web-writing/
Per controllare se un documento è scritto in modo sufficientemente chiaro esistono anche dei test di leggibilità, usabili come servizi web.
Questi test analizzano le frasi del documento e indicano come risultato se sono comprensibili per chiunque o solo per certe categorie di persone, ad esempio solo per i laureati o i diplomati.
In inglese, il più noto è il Flesch–Kincaid.
In italiano, il Gulpease.
Formazione
Nel mio corso “Gestione dei requisiti e specifica dei documenti di analisi” si svolgono molte esercitazioni di scrittura e lettura, per mettere in pratica queste raccomandazioni.