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Automazione del conteggio dei Function Point

L’Object Management Group (OMG) ha pubblicato un documento sull’automazione del conteggio dei Punti Funzione (Function Point), la metrica più diffusa a livello internazionale per misurare le dimensioni delle applicazioni software (cioè per dare risposta alla domanda: quanto è “grande” un software?).

Il conteggio dei Function Point è utile sotto diversi punti di vista, per governare sistemi informativi complessi e misurare livelli di qualità e di produttività; viene spesso usato anche per stimare, negoziare e tenere sotto controllo i rapporti di outsourcing tra clienti e fornitori nell’ambito dello sviluppo software. Il conteggio viene svolto tradizionalmente in modo “manuale”, ed è un’attività onerosa che richiede una elevata competenza specialistica.

Il documento OMG sull’automazione del conteggio dei Function Point, in versione beta (lo stadio precedente all’emanazione come standard ufficiale), è disponibile con il titolo “Automated Function Points” sul sito del Consortium for IT Software Quality (CISQ), nella sezione riservata ai membri: l’iscrizione è gratuita e consente lo scarico del documento.

Process Knowledge Initiative

La Process Knowledge Initiative nasce per promuovere una standardizzazione della terminologia nell’ambito dell’analisi dei processi.

I diversi framework e standard esistenti (tra cui ad esempio BPMN, UML, IDEF, SCOR, VCOR, ITIL, APQC) hanno marciato finora separatamente, per cui il medesimo concetto viene denominato in modo diverso.

Promotori dell’iniziativa di standardizzazione sono il BPM Group della Queensland University of Technology (QUT), l’International Institute of Business Analysts (IIBA), Kemsley Design, la rivista online BPTrends e l’Object Management Group (OMG).

Secondo i promotori, la confusione terminologica costituisce un freno per la diffusione dell’analisi dei processi e del BPM, e l’obiettivo dell’iniziativa è quindi di risolverla, definendo in modo univoco alcuni termini fondamentali.

Per il momento è disponibile, nel wiki dell’iniziativa, una bozza di lavoro del Body of Knowledge.

Documentare le architetture software

Uno dei testi fondamentali sulle architetture software è “Documenting Software Architectures. Views and Beyond”, lavoro collettivo di una serie di esperti del Software Engineering Institute (SEI).
La seconda edizione (2010) del testo lo ha ulteriormente migliorato, grazie a due innovazioni significative.

In primo luogo è stata recepita la lezione degli approcci agili, e non viene dato per scontato un alto livello di formalizzazione nella documentazione dei sistemi. Per gli esperti del SEI è essenziale chiarire quali sono le effettive esigenze di comunicazione, a partire dall’individuazione degli stakeholder interessati all’architettura del software e dall’esame delle loro esigenze: quanto e cosa documentare dipende dal contesto.

L’altra innovazione significativa riguarda l’uso dello Unified Modeling Language (UML). Mentre nella prima edizione del libro gli autori mettevano in luce le lacune dello standard (allora in versione 1.4), ora considerano le versioni 2.x di UML un fondamento solido per le esigenze di documentazione delle architetture software.

Paul Clements, Felix Bachmann, Len Bass, David Garlan, James Ivers, Reed Little, Paulo Merson, Robert Nord, Judith Stafford: Documenting Software Architectures. Views and Beyond (2nd Edition) – Addison Wesley 2010