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Product manager – responsabile di prodotto

Quali sono le responsabilità di un Product Manager? Cosa lo differenzia da un responsabile di progetto? In quale posizione della gerarchia organizzativa dovrebbe trovarsi?

E soprattutto, quali caratteristiche, quali competenze bisogna possedere per essere un buon responsabile di prodotto? Serve una formazione appropriata, sostiene Ellen Chisa in “Evolution of the Product Manager“, ACM Queue, october 2014.

In quali casi è opportuno lavorare in coppia

Il pair programming (programmazione in coppia) è una delle tecniche “classiche” di extreme programming.

Ora il principale esponente di quell’approccio agile, Kent Beck, propone una ipotesi in merito a quando la programmazione in coppia funziona, e quando no: Pairing as Pruning.

In sintesi, lavorare in coppia è utile quando ci sono incertezze in merito alla definizione del problema da risolvere, e al modo in cui può essere risolto. I problemi chiari con soluzioni ben definite non necessitano secondo Beck di collaborazione, ma di automazione.

Quali limiti per l’outsourcing

Nell’era della conoscenza bisogna saper distinguere tra la conoscenza vitale e quella di supporto. Vitale è la conoscenza dei processi operativi specifici e fondamentali dell’organizzazione; di supporto è la conoscenza che riguarda processi comuni a tutti i settori di attività (come ad esempio la gestione amministrativa o la gestione del personale).

Ora, la conoscenza nelle organizzazioni è in gran parte incorporata nel software. Usare pacchetti applicativi standard per gestire i processi operativi comuni, cioè la conoscenza di supporto, comporta vantaggi indubbi sia in termini di costo che di semplificazione. Ma esternalizzare lo sviluppo dei sistemi software che incorporano la conoscenza vitale è rischioso:

“Questa forma di outsourcing significa abdicare al compito di accrescere e rendere operativa la conoscenza vitale del proprio business. Continua la lettura di Quali limiti per l’outsourcing

Fare analisi, non è questione di ruolo

In alcuni approcci agili allo sviluppo software il ruolo di “analista” è messo in discussione. Nessuno, comunque, dubita che sia necessario fare attività di analisi.

Al contrario, in diverse organizzazioni medio-grandi, il ruolo di analista viene declinato in molti modi, con la creazione di ruoli distinti, ad esempio così:

  • analista di business
  • analista funzionale
  • analista tecnico

Come regola, più sono i ruoli che condividono l’etichetta “analista”, più si generano discussioni e documenti sui limiti delle responsabilità di ognuno, sulle competenze distintive che li caratterizzano, su come debbano interagire tra loro.

Un articolo interessante sulla differenza tra ricoprire un ruolo di analista e fare attività di analisi, nell’uscita Winter 2014 di Methods and Tools: “Analysis on Analysts in Agile”, di Leslie J. Morse.

Tecnologia pronta all’uso – senza il controllo dell’IT

Ready Technology: sono le tecnologie che usiamo tutti i giorni, smartphone, social network, strumenti per condividere documenti in rete, sistemi di videoconferenza.

Per gli individui rappresentano opportunità, non problemi. Sono, però, un fenomeno che sfugge al controllo dei reparti IT delle organizzazioni.

Fino a pochi anni fa, l’acquisizione delle nuove tecnologie informatiche passava per l’IT, o almeno l’IT poteva nutrire l’ambizione di governarlo in modo completo. Il modo di pensare prevalente era che prima di adottare una tecnologia bisognasse analizzare e validare i requisiti di business, e che prima di permetterne la diffusione la tecnologia dovesse venire testata e giustificata dal punto di vista del rapporto costi benefici.

Ora, “è chi lavora nelle business unit a governare l’adozione delle tecnologie e a sfruttarle, senza la ‘guida’ dei responsabili dei sistemi informativi”.

Ready Technology“, di Stephen J. Andriole, in  Communications of the ACM, February 2014.

Talento e specializzazione

Per diventare “campioni” in una disciplina servono almeno 10.000 ore di esercizio, ma la pratica da sola non è sufficiente, il talento è decisivo.

In un ambito multidisciplinare come lo sviluppo software, comunque, è essenziale che gli specialisti collaborino tra loro per il successo dei progetti, anche svolgendo attività al di fuori della loro specializzazione, come argomenta Jim Coplien in “Can You Scrum Art?“.