InfoQ ha pubblicato un’intervista a Grady Booch, uno dei principali autori di UML (Unified Modeling Language – la notazione standard per rappresentare i sistemi software).
L’intervista tocca vari temi, tra cui lo sviluppo iterativo e agile, UP, XP, Scrum, linguaggi di programmazione – ma buona parte è dedicata a UML, alla sua diffusione, ai suoi vantaggi e limiti, alla sua evoluzione nel corso dei due decenni trascorsi dall’idea iniziale a oggi.
Tra le osservazioni di Booch, il fatto che il 20% di UML è sufficiente nell’80% dei casi; che la diffusione di UML non ha mai superato il 20% delle realtà che sviluppano software (a parte il mondo real time, dove le percentuali sono superiori); che l’uso di UML come linguaggio di programmazione è molto diverso da ciò che i suoi autori intendevano.
Per i curiosi, può essere interessante confrontare l’intervista del 2014 con le risposte che mi diede nel 1998, poco dopo la pubblicazione di UML.